La statua di San antonio Abate, dopo più di 80 anni, potra’ rientrare a Cervignano

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La Parrocchia San Michele Arcangelo di Cervignano attraverso l’Associazione Culturale Cervignano Nostra ha lanciato un appello per far ritornare a Cervignano del Friuli la scultura lignea quattrocentesca di Sant’Antonio Abate.

Una opera conservata fino al 1936 nella chiesa madre di San Michele Arcangelo, poi venduta da monsignor Cian all’antiquario Leban ed infine acquisita nel patrimonio museale del Comune di Gorizia.

Lunedì 9 ottobre a Gorizia presso la sede municipale di palazzo Attems S. Croce il Sindaco Rodolfo Ziberna e la dott.ssa Emanuela Uccello hanno ricevuto Michele Tomaselli e Antonio Rossetti, rispettivamente presidente ed ex presidente dell’Associazione Cervignano Nostra, e don Dario Franco parroco di Cervignano del Friuli.

Il colloquio è stato positivo ed interessante per entrambe le parti. Il Sindaco Rodolfo Ziberna ha dato la disponibilità alla Parrocchia di San Michele Arcangelo di concedere in prestito, per un termine prestabilito, la Statua di San Antonio Abate previo il nulla osta della Soprintendenza e di tutti gli altri Enti chiamati a rilasciare un parere.

L’Associazione Cervignano Nostra si è impegnata a fare una raccolta fondi per restaurare la Statua e a trovare una collocazione adeguata per inserirla in esposizione all’interno della Chiesa Madre di Cervignano.
Nelle prossime settimane seguirà un sopralluogo con i restauratori per visionare le condizioni della Statua.

Ecco la breve storia della statua di Sant’Antonio Abate: nel 1570, la statua è registrata nella chiesa di San Michele Arcangelo di Cervignano. Nelle relazioni definitive redatte dal visitatore apostolico Bartolomeo di Porcia, la statua era collocata su un altare (curato dalla Confraternita) che portava il nome del Santo.

Nel 1614 come documenta don Angelo Molaro, sacerdote e storico di Cervignano, si trovava nella cappella dell’altare della chiesa madre di San Michele, appena restaurata e riconsacrata. Fu custodita nella medesima chiesa, finche venduta da monsignor Cian all’antiquario Leban di Gorizia (si dice che il prelato tentò di bruciarla nel giorno del Sabato Santo per la benedizione del fuoco), per poi essere venduta al Comune di Gorizia. Oggi è sistemata in una piccola nicchia, ricavata lungo la scala a chiocciola, che congiunge il corridoio delle carceri con il soprastante salone degli Stati Provinciali del Castello di Gorizia.

Attualmente la statua si trova in un modesto stato di conservazione, Il luogo dove è collocata è in contrasto con le dimensioni della scultura, che sono davvero imponenti: altezza circa 230 cm, larghezza 103 cm, profondità 73 cm.

 

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